Sanremo 2025: cala il sipario

Sanremo 2025 è finito. Qualche pensiero libero dopo la "settimana santa"
Piccole considerazioni di un inviato al Festival che da poche ore è tornato a casa dopo un settimana di tour-de-force per seguirlo.
Sulla vittoria di Olly: personalmente, non me l'aspettavo, nonostante le voci sempre più insistenti che si sono rincorse nei giorni precedenti.
Non mi ha mai affascinato la canzone e mi sarei giocato qualche euro su nomi diversi. Ma tant'è: non entro nel meccanismo delle votazioni e nemmeno sull'esito. Ne prendo atto. Mi preme solo sottolineare che la vittoria del giovane artista è dipesa fondamentalmente dal televoto e dal fatto che le altre giurie hanno frammentato i voti seguendo (giustamente) i gusti personali, impedendo un "blocco" di voti capace di spostare quanto i televotanti hanno determinato. Congratulazioni a Olly per il risultato, anche se sono ancora incredulo.
Sul resto della classifica: inaspettatamente sono tornati i cantautori. Lucio Corsi e Brunori Sas hanno conquistato il podio. Cristicchi è arrivato quinto con un brano che ha colpito al cuore il pubblico. Insomma, una rinascita del genere che lascia ben sperare sul futuro della canzone d'autore. Come conseguenza, il gruppo di artisti "forti", quelli in grado di contare su un ampio gradimento, ha subito una battuta d'arresto, almeno un questa edizione: The Kolors, Rkomi, Irama, Elodie e Rose Villain si sono dovuti accontentare di posizioni arretrate.
Su Giorgia: risulta incomprensibile come un'artista del suo calibro, con una canzone perfetta per la sua voce, si sia dovuta fermare al sesto posto dopo essere stata ritenuta vincitrice sin dalla prima esibizione. Questa sembra la vera e principale ingiustizia di questa edizione.
Per il resto, anche Achille Lauro, Francesco Gabbani, Francesca Michielin e Noemi avrebbero meritato qualcosa di più.
Ci sono state delle belle scoperte, per il grande pubblico: pensiamo a Serena Brancale e alla voce che ha sfoderato nella cover. O a Joan Thiele, che si è fatta conoscere e può uscire dalla nicchia nella quale è rimasta in questi anni.
Ci sarebbero ancora molte considerazioni da fare, ma la stanchezza impera, dopo questa settimana. Pertanto, la chiudiamo qui: ad ogni modo, è stato un Festival comunque interessante e, come per tutte le edizioni, ci sono aggiustamenti da fare che magari prenderanno forma nel 2026.
Rimangono aperte due questioni: Olly ha chiesto tempo per decidere se accettare o meno la sfida dell'Eurovision Song Contest e Carlo Conti, confermato per il prossimo biennio, potrebbe limitarsi a fare il direttore artistico. Prima dell'edizione numero 76 ne dobbiamo vedere ancora parecchie.
Sulla vittoria di Olly: personalmente, non me l'aspettavo, nonostante le voci sempre più insistenti che si sono rincorse nei giorni precedenti.
Non mi ha mai affascinato la canzone e mi sarei giocato qualche euro su nomi diversi. Ma tant'è: non entro nel meccanismo delle votazioni e nemmeno sull'esito. Ne prendo atto. Mi preme solo sottolineare che la vittoria del giovane artista è dipesa fondamentalmente dal televoto e dal fatto che le altre giurie hanno frammentato i voti seguendo (giustamente) i gusti personali, impedendo un "blocco" di voti capace di spostare quanto i televotanti hanno determinato. Congratulazioni a Olly per il risultato, anche se sono ancora incredulo.
Sul resto della classifica: inaspettatamente sono tornati i cantautori. Lucio Corsi e Brunori Sas hanno conquistato il podio. Cristicchi è arrivato quinto con un brano che ha colpito al cuore il pubblico. Insomma, una rinascita del genere che lascia ben sperare sul futuro della canzone d'autore. Come conseguenza, il gruppo di artisti "forti", quelli in grado di contare su un ampio gradimento, ha subito una battuta d'arresto, almeno un questa edizione: The Kolors, Rkomi, Irama, Elodie e Rose Villain si sono dovuti accontentare di posizioni arretrate.
Su Giorgia: risulta incomprensibile come un'artista del suo calibro, con una canzone perfetta per la sua voce, si sia dovuta fermare al sesto posto dopo essere stata ritenuta vincitrice sin dalla prima esibizione. Questa sembra la vera e principale ingiustizia di questa edizione.
Per il resto, anche Achille Lauro, Francesco Gabbani, Francesca Michielin e Noemi avrebbero meritato qualcosa di più.
Ci sono state delle belle scoperte, per il grande pubblico: pensiamo a Serena Brancale e alla voce che ha sfoderato nella cover. O a Joan Thiele, che si è fatta conoscere e può uscire dalla nicchia nella quale è rimasta in questi anni.
Ci sarebbero ancora molte considerazioni da fare, ma la stanchezza impera, dopo questa settimana. Pertanto, la chiudiamo qui: ad ogni modo, è stato un Festival comunque interessante e, come per tutte le edizioni, ci sono aggiustamenti da fare che magari prenderanno forma nel 2026.
Rimangono aperte due questioni: Olly ha chiesto tempo per decidere se accettare o meno la sfida dell'Eurovision Song Contest e Carlo Conti, confermato per il prossimo biennio, potrebbe limitarsi a fare il direttore artistico. Prima dell'edizione numero 76 ne dobbiamo vedere ancora parecchie.
(gm)