Novembre 2019
In radio il nuovo singolo di Diodato

“Che vita meravigliosa” è un romantico tributo alla vita
Disponibile da venerdì 29 novembre, in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme digitali, “Che vita meravigliosa” (Carosello Records), il nuovo singolo di Diodato, cantautore tra i più apprezzati del nuovo pop italiano.
“Che vita meravigliosa” è il romantico tributo di Diodato alla vita, in tutte le sue sfaccettature e declinazioni. Il brano si apre con un potente intro evocativo caratterizzato dal suono dei cori e dei fiati.
La voce di Diodato si delinea lieve e delicata, in contrasto con il panorama sonoro appena creato, e accompagna all’interno di una strofa incalzante, caratterizzata da un costante crescendo di immagini che si susseguono e si intrecciano ad un arrangiamento dalle sonorità profonde, fatto di tamburi surdi, chitarre acustiche e piccoli elementi ritmici. “Che vita meravigliosa” è il canto di un essere umano disperso nel mare esistenziale, tra le sue onde, tra canti di sirene, alla ricerca di porti sicuri, pezzi di terra su cui fermarsi anche solo per un attimo, prima di abbandonarsi al folle desiderio di riprendere il proprio viaggio.
Nell’inciso il significato del brano si palesa con forza, trasformandosi e prendendo la forma definitiva di un tributo armonico a questa vita meravigliosa, dolorosa sì, ma fortemente seducente, miracolosa.
«Sono un affamato di vita, da sempre. E questa fame si è intensificata col tempo. Crescendo, è cresciuta anche lei. I suoi odori, le sue immagini, le sue interminabili montagne russe, il vuoto nello stomaco, le sofferenze, la gioia, le incredibili coincidenze, l’amore, il dolore, questo mare incommensurabile di sensazioni è ciò che mi nutre, ciò che mi fa sentire vivo. Ed è questo che ho provato a raccontare, a racchiudere in questa canzone, nel disperato tentativo di fermare ciò che non si ferma mai. Volevo puzzasse di vissuto. Volevo ci fosse dentro la mia fame di lei.» - racconta Diodato a proposito del brano.
Scritto da Diodato, “Che vita meravigliosa” è prodotto da Tommaso Colliva, produttore discografico di fama internazionale, nonché vincitore del premio Grammy nel 2015.
Diodato torna a distanza di due anni dal suo ultimo lavoro discografico – “Cosa siamo diventati” (Carosello Records, 2017) – con un nuovo singolo che conferma il perfetto connubio tra il suo stile di scrittura introspettivo e profondo, accompagnato da un sound dinamico e mai prevedibile.
“Che vita meravigliosa” è il romantico tributo di Diodato alla vita, in tutte le sue sfaccettature e declinazioni. Il brano si apre con un potente intro evocativo caratterizzato dal suono dei cori e dei fiati.
La voce di Diodato si delinea lieve e delicata, in contrasto con il panorama sonoro appena creato, e accompagna all’interno di una strofa incalzante, caratterizzata da un costante crescendo di immagini che si susseguono e si intrecciano ad un arrangiamento dalle sonorità profonde, fatto di tamburi surdi, chitarre acustiche e piccoli elementi ritmici. “Che vita meravigliosa” è il canto di un essere umano disperso nel mare esistenziale, tra le sue onde, tra canti di sirene, alla ricerca di porti sicuri, pezzi di terra su cui fermarsi anche solo per un attimo, prima di abbandonarsi al folle desiderio di riprendere il proprio viaggio.
Nell’inciso il significato del brano si palesa con forza, trasformandosi e prendendo la forma definitiva di un tributo armonico a questa vita meravigliosa, dolorosa sì, ma fortemente seducente, miracolosa.
«Sono un affamato di vita, da sempre. E questa fame si è intensificata col tempo. Crescendo, è cresciuta anche lei. I suoi odori, le sue immagini, le sue interminabili montagne russe, il vuoto nello stomaco, le sofferenze, la gioia, le incredibili coincidenze, l’amore, il dolore, questo mare incommensurabile di sensazioni è ciò che mi nutre, ciò che mi fa sentire vivo. Ed è questo che ho provato a raccontare, a racchiudere in questa canzone, nel disperato tentativo di fermare ciò che non si ferma mai. Volevo puzzasse di vissuto. Volevo ci fosse dentro la mia fame di lei.» - racconta Diodato a proposito del brano.
Scritto da Diodato, “Che vita meravigliosa” è prodotto da Tommaso Colliva, produttore discografico di fama internazionale, nonché vincitore del premio Grammy nel 2015.
Diodato torna a distanza di due anni dal suo ultimo lavoro discografico – “Cosa siamo diventati” (Carosello Records, 2017) – con un nuovo singolo che conferma il perfetto connubio tra il suo stile di scrittura introspettivo e profondo, accompagnato da un sound dinamico e mai prevedibile.
(comunicato Carosello Records a cura di G.Barone)
File.41: The Softone - intervista

Da "Golden Youth" presentiamo il singolo "Alone and Weird"
Il progetto The Softone nasce a metà degli anni Zero da una manciata di canzoni scritte in solitaria da Giovanni Vicinanza.
Il 4 ottobre è uscito in radio il singolo “Alone and Weird”, che anticipa la pubblicazione del quarto full-lenght intitolato “Golden Youth”, scritto e prodotto dallo stesso Vicinanza.
Un brano nato in un momento di solitudine artistica che è diventata fonte di forte creatività. Nel silenzio, infatti, si ritrova la propria natura e si riaccendono i sogni, quelli mai archiviati, che, anzi, danno energia, coraggio e fiducia in quello che sarà di se stessi e della propria arte.
«Ho scelto di uscire con questo brano – racconta l’artista - perché è ispirato alla new wave che questa estate ha folgorato tutti con il fantastico tour estivo dei Cure. Inoltre, pur sembrando semplice, con un ritornello che tira, il brano ha un tempo per niente banale che è il 5/4».
Il 4 ottobre è uscito in radio il singolo “Alone and Weird”, che anticipa la pubblicazione del quarto full-lenght intitolato “Golden Youth”, scritto e prodotto dallo stesso Vicinanza.
Un brano nato in un momento di solitudine artistica che è diventata fonte di forte creatività. Nel silenzio, infatti, si ritrova la propria natura e si riaccendono i sogni, quelli mai archiviati, che, anzi, danno energia, coraggio e fiducia in quello che sarà di se stessi e della propria arte.
«Ho scelto di uscire con questo brano – racconta l’artista - perché è ispirato alla new wave che questa estate ha folgorato tutti con il fantastico tour estivo dei Cure. Inoltre, pur sembrando semplice, con un ritornello che tira, il brano ha un tempo per niente banale che è il 5/4».
L'intervista con The Softone andrà in onda:
Mercoledì 27 novembre alle 16:35 e sabato 30 novembre alle 10:10.
File.41: Not 2 Late - intervista

"Living in your soul" è il singolo che ascolteremo con loro
I Not 2 Late nascono nel giugno 2017 da un'idea di Paul Crotti (tastiere e programmazione) e Mariano (voce). L'incontro è quasi casuale: Paul è alla ricerca di un cantante per una cover band funky-disco nella quale milita da tempo. Sente cantare Mariano e non ha dubbi: è la voce perfetta per il sound che ha in mente, così gli propone un progetto con brani originali.
“Living in your soul”, è il loro nuovo singolo. Il brano parla della possibilità di vivere anche per un solo istante all'interno dell'anima di un altro essere umano. Condividere le sensazioni, percepirne i sentimenti e i pensieri e capire così il suo modo di pensare e assaporarne i molteplici aspetti: in sostanza imparare a mettersi nei panni degli altri.
«Si tratta del primo brano nato dalla nostra collaborazione e pone le basi del nostro progetto musicale – raccontano i Not 2 Late - “Living in your soul” è il racconto di un amore spensierato attraverso sonorità funk-soul vagamente Philly sound. È un brano che avvolge chi lo ascolta in un mood allegro e piacevole ma mai banale, quello che molta musica contemporanea fatica a fare».
L'intervista con Not 2 Late andrà in onda:
Martedì 26 novembre alle 16:35 e venerdì 29 novembre alle 10:10.
File.41: Papaedge - intervista

Dal concept album "Space 2019" ascoltiamo "Cristiano Ronaldo"
Papaedge: autore, musicista e produttore: per lui è in radio “Cristiano Ronaldo”, primo singolo estratto dal concept album “Space 2019”.
Il brano parla di ciò che ci passa davanti, senza avere il coraggio di prendere in mano le nostre vite, spesso abbiamo bisogno di superuomini, di icone che impersonifichino quello che non abbiamo il coraggio di diventare, siamo talmente assuefatti e lobotomizzati, tutti gli uni contro gli altri, da dimenticarci di quanto possiamo essere eccezionali. Ma in fondo basta una partita, un goal ogni domenica, per dimenticare tutti i nostri guai…
Il videoclip del brano è stato diretto da Rocco Marando e a questo proposito Papaedge ha dichiarato «Il video è stato girato nella magica cornice del centro di Torino con la collaborazione di gente comune ma fuori dal comune. È un video con una forte connotazione “social”, tutti i partecipanti ne diventano attori principali ognuno con la propria spontaneità».
L'intervista con Papaedge andrà in onda:
Lunedì 25 novembre alle 16:35 e giovedì 28 novembre alle 10:10.
Il brano parla di ciò che ci passa davanti, senza avere il coraggio di prendere in mano le nostre vite, spesso abbiamo bisogno di superuomini, di icone che impersonifichino quello che non abbiamo il coraggio di diventare, siamo talmente assuefatti e lobotomizzati, tutti gli uni contro gli altri, da dimenticarci di quanto possiamo essere eccezionali. Ma in fondo basta una partita, un goal ogni domenica, per dimenticare tutti i nostri guai…
Il videoclip del brano è stato diretto da Rocco Marando e a questo proposito Papaedge ha dichiarato «Il video è stato girato nella magica cornice del centro di Torino con la collaborazione di gente comune ma fuori dal comune. È un video con una forte connotazione “social”, tutti i partecipanti ne diventano attori principali ognuno con la propria spontaneità».
L'intervista con Papaedge andrà in onda:
Lunedì 25 novembre alle 16:35 e giovedì 28 novembre alle 10:10.
Robbie Williams e il suo "The Christmas Present"

COMUNICATO STAMPA
Il primo album di Natale della star internazionale
L’attesa è finita. Il ritorno di Robbie Williams è segnato da “Time For Change”, il nuovo straordinario singolo da oggi in rotazione radiofonica, uscito in contemporanea con “The Christmas Present” (Columbia Records / Sony Music UK), il primo disco di Natale della star internazionale disponibile in digitale, in CD (standard e deluxe) e vinile. Un album doppio composto da “Christmas Past” e “Christmas Future”, con grandi classici della tradizione natalizia e brani inediti, e con la partecipazione straordinaria di special guest di fama mondiale.
Disco 1: “Christmas Past” include “Winter Wonderland” (con i cori eseguiti dal coro LMA), “Santa Baby” in duetto con la cantante tedesca Helene Fischer, “Let It Snow! Let It Snow! Let It Snow!”, una cover di “The Christmas Song” (resa celebre da The Nat King Cole Trio), “Merry Xmas Everybody” di Slade featuring Jamie Cullum, e “It’s A Wonderful Life”, in cui Robbie duetta con suo padre Peter Conway.
Disco 1: “Christmas Past” include “Winter Wonderland” (con i cori eseguiti dal coro LMA), “Santa Baby” in duetto con la cantante tedesca Helene Fischer, “Let It Snow! Let It Snow! Let It Snow!”, una cover di “The Christmas Song” (resa celebre da The Nat King Cole Trio), “Merry Xmas Everybody” di Slade featuring Jamie Cullum, e “It’s A Wonderful Life”, in cui Robbie duetta con suo padre Peter Conway.
Disco 2: “Christmas Future” contiene gli inediti “Time For Change”, singolo ufficiale, “Home”, “Fairytales” feat. Rod Stewart, “Bad Sharon” con il campione di box Tyson Fury, nuove versioni di ”Christmas (Baby Please Come Home)”, in duetto con il cantautore canadese Bryan Adams, e di “I Believe In Father Christmas”.
La versione Deluxe include quattro bonus track, tra cui il duetto con Rod Stewart sulle note di “It Takes Two”.
“The Christmas Present” è il tredicesimo album in studio di Robbie Williams e aggiunge un nuovo importante traguardo nella già strabiliante carriera di uno degli artisti più amati del mondo. Scritto e registrato in diverse location tra cui Londra, Stoke-on-Trent, Los Angeles e Vancouver, questo disco vede Robbie lavorare ancora una volta con il suo collaboratore di vecchia data Guy Chambers, che ha prodotto la maggior parte del progetto insieme a Richard Flack.
Chiara e "L'ultima canzone del mondo"

Un progetto nato da un viaggio in Islanda e portato avanti insieme a Greenpeace
Sarà in radio e su tutte le piattaforme digitali dal 22 novembre “L’ultima canzone del mondo” (Sony Music) di Chiara Galiazzo, brano di amore estremo per la persona più importante, ma anche per il nostro pianeta Terra così bisognoso di cura e rispetto.
Durante il viaggio che Chiara ha fatto questa estate in Islanda, dove ha potuto toccare con mano i risultati drammatici del cambiamento climatico e la diffidenza di alcune persone di fronte a questo tema, è nata l’idea di affidare al brano scritto dalla coppia multiplatino Mahmood-Katoo (“Hola”) in collaborazione con Chiara, un messaggio più universale.
“Non era previsto che “L’ultima canzone del mondo” uscisse come singolo, ma quando quest’ estate sono andata in Islanda ho visto con i miei occhi che il problema dello scioglimento dei ghiacciai e dei cambiamenti climatici è quanto di più vero e imminente si possa immaginare. Ho raccontato sui miei social quello che stavo vedendo, ma in alcune occasioni mi sono stupita di ricevere messaggi di persone che mi scrivevano “non é vero che sta succedendo”. A questo punto ho pensato che potevo usare la mia canzone che parla d’ amore, ma che può avere anche un significato più universale, per veicolare un messaggio più forte e specialmente utile, e cioè L’ amore e il rispetto per una terra che ci stiamo dimenticando di ascoltare e di tutelare” - racconta Chiara.
Tassello fondamentale di tutta l’operazione è stato l’incontro con Greenpeace, autorevole interlocutore a cui Chiara si è rivolta per avere informazioni corrette e che ha voluto poi sostenerla nel progetto: “Da anni Greenpeace si batte con coraggio per sensibilizzare su questi argomenti e solo loro potevano aiutarmi a capirne molto di più grazie a dati e studi scientifici. Li ringrazio davvero per essere insieme a me in questa avventura, se con questo progetto riusciremo a far pensare anche solo una persona in più che tutto questo sta accadendo veramente, io ne sono felice”.
Il videoclip del brano - diretto da Felipe Conceicao - è stato girato in Islanda, dove tutto e iniziato.
Durante il viaggio che Chiara ha fatto questa estate in Islanda, dove ha potuto toccare con mano i risultati drammatici del cambiamento climatico e la diffidenza di alcune persone di fronte a questo tema, è nata l’idea di affidare al brano scritto dalla coppia multiplatino Mahmood-Katoo (“Hola”) in collaborazione con Chiara, un messaggio più universale.
“Non era previsto che “L’ultima canzone del mondo” uscisse come singolo, ma quando quest’ estate sono andata in Islanda ho visto con i miei occhi che il problema dello scioglimento dei ghiacciai e dei cambiamenti climatici è quanto di più vero e imminente si possa immaginare. Ho raccontato sui miei social quello che stavo vedendo, ma in alcune occasioni mi sono stupita di ricevere messaggi di persone che mi scrivevano “non é vero che sta succedendo”. A questo punto ho pensato che potevo usare la mia canzone che parla d’ amore, ma che può avere anche un significato più universale, per veicolare un messaggio più forte e specialmente utile, e cioè L’ amore e il rispetto per una terra che ci stiamo dimenticando di ascoltare e di tutelare” - racconta Chiara.
Tassello fondamentale di tutta l’operazione è stato l’incontro con Greenpeace, autorevole interlocutore a cui Chiara si è rivolta per avere informazioni corrette e che ha voluto poi sostenerla nel progetto: “Da anni Greenpeace si batte con coraggio per sensibilizzare su questi argomenti e solo loro potevano aiutarmi a capirne molto di più grazie a dati e studi scientifici. Li ringrazio davvero per essere insieme a me in questa avventura, se con questo progetto riusciremo a far pensare anche solo una persona in più che tutto questo sta accadendo veramente, io ne sono felice”.
Il videoclip del brano - diretto da Felipe Conceicao - è stato girato in Islanda, dove tutto e iniziato.
(comunicato Sony Music a cura di B.Capitanio)
File.41: Aida Cooper - intervista

Il singolo "Quante volte" è estratto da "Kintsugi - Amica mia", omaggio a Mia Martini
"Quante volte" è il primo singolo estratto da "Kintsugi - Amica Mia" di Aida Cooper, nuovo album su etichetta Bandabebè, in cui l’artista rende omaggio a Mia Martini che di questa canzone ha scritto il testo su musica di Shel Shapiro.
Quante volte fa parte del disco di Aida Cooper, che vede la direzione artistica di Ivano Zanotti con la supervisione di Loredana Bertè e contiene nove brani scelti dal grande repertorio di Mia Martini (uno dei quali interpretato proprio con Loredana Bertè) e un inedito scritto per Aida da Maurizio Piccoli, storico autore delle sorelle Bertè. Questa la track list dell'album: Quante volte, Spaccami il cuore, Almeno tu nell'universo, Per amarti, Guarirò Guarirò, E non finisce mica il cielo, Danza, Sono Tornata, Donna e l'inedito Un figlio mio.
Kintsugi è l’antica arte giapponese che consiste nel riparare un oggetto di ceramica rotto riunendo i pezzi attraverso l’utilizzo di oro o argento liquidi in modo da esaltare le nuove nervature create. Ogni pezzo riparato diviene così unico ed irripetibile, le crepe sono impreziosite. La metafora del Kintsugi riassume perfettamente l’essenza della resilienza, cercare di fronteggiare in modo positivo le avversità della vita, esibendo orgogliosamente le proprie cicatrici che ci rendono persone uniche, più mature, più forti. Ed è proprio questo il messaggio che Aida Cooper cantante, corista ma soprattutto amica storica di Mia Martini, vuole lanciare intitolando così il suo nuovo album KINTSUGI Amica Mia, con questo gioco di parole volto a sottolineare il legame tra loro due.
Abbiamo avuto il piacere di parlare con Aida Cooper, con la quale abbiamo anche ricordato la grande Mimì, in un'intervista che andrà in onda:
Lunedì 18 novembre alle 16:35 e giovedì 21 novembre alle 10:10. Stay tuned... anche con Aida Cooper!
"La differenza", il nuovo album di Gianna Nannini

COMUNICATO STAMPA
Un disco registrato a Nashville in presa diretta
Due anni dopo l’album “Amore gigante”, venerdì 15 novembre esce “LA DIFFERENZA” (Charing Cross Records Limited / Sony Music), il nuovo atteso disco di inediti di GIANNA NANNINI, fresca vincitrice del PREMIO TENCO 2019!
La rocker italiana per antonomasia è ripartita dalle origini folk, blues e rock alla ricerca di ciò che fa la differenza, senza prestare il fianco a nessuna moda ma riaprendo quel capitolo rimasto in sospeso con l’album “California”.
In un periodo storico in cui spesso la realizzazione dei dischi è affidata prevalentemente al digitale, Gianna Nannini ha scelto di realizzare “LA DIFFERENZA” nei Blackbird Studio di John McBride a Nashville, Tennessee, nel regno dell’analogico, sede di grandi produzioni artistiche blues-rock. Il risultato sono 10 tracce registrate in presa diretta, «che bruciano di un fuoco puro e antico ma suonate in epoca digitale», come l’artista stessa le ha definite. Un disco dedicato a coloro che non hanno paura di essere se stessi e dimostrare il loro coraggio ma anche la loro gentilezza con gesti che «fanno la differenza».
Questa la tracklist dell’album: La differenza (singolo attualmente in radio), Romantico e bestiale, Motivo feat. Coez, Gloucester Road, L’aria sta finendo, Canzoni buttate, Per oggi non si muore, Assenza, A chi non ha risposte e Liberiamo.
Da venerdì 15 novembre “LA DIFFERENZA” sarà disponibile in versione fisica (CD e vinile) e in digitale nei principali store e piattaforme streaming.
Il disco è nato piano, voce e chitarra a Londra in un piccolo studio di Gloucester Road (anche titolo di una canzone dell’album), soprannominato da Gianna “MYFACEStudio”, dove l’artista ha condiviso session improvvisate (documentate sulla sua pagina Instagram) con Pacifico, Dave Stewart, Fabio Pianigiani, Mauro Paoluzzi e tanti altri amici e colleghi.
“LA DIFFERENZA” contiene un unico duetto, con Coez, nel brano “Motivo”. Il disco è stato prodotto da Gianna Nannini con Tom Bukovac e Michele Canova, mixato da Alan Moulder (tranne “Motivo” che è stato mixato da Pino “Pinaxa” Pischetola) e registrato da John McBride.
Il 30 maggio 2020 Gianna Nannini tornerà live in Italia con un atteso concerto allo Stadio Artemio Franchi di Firenze. Sarà la prima volta in cui la rockstar senese si esibisce nello stadio fiorentino, un evento unico in cui esserci farà la differenza! L’occasione per vivere tutta l’energia di una vera… Gianna da stadio, che porterà sul palco i suoi grandi successi e i brani del nuovo disco.
I biglietti sono disponibili in prevendita su Ticketone.it e nei punti vendita abituali.
Gianna Nannini nel 2020 sarà impegnata in un tour europeo, che partirà da Londra il 15 maggio per poi proseguire a Parigi, Bruxelles, Lussemburgo e arrivare a giugno in Germania per 4 date. Un lungo viaggio che si concluderà ad ottobre, quando si esibirà di nuovo sui palchi della Germania con 6 date e poi su quelli della Svizzera con 2 date (#GNEuropeanTour).
Durante la sua lunga carriera, Gianna Nannini ha conquistato generazioni di fan con il suo marchio di fabbrica che unisce dolcezza melodica e trascinante energia. Con la sua presenza scenica unica e un approccio sempre molto diretto, Gianna in questi anni ha conquistato i palchi di tutta Europa ed è considerata il volto femminile del rock per eccellenza!
(comunicato Parole & Dintorni a cura di M.Falcon)
File.41: Lisa Giorè - intervista

"Sull’orlo del suicidio (come al solito)" è un brano in bilico tra euforia e depressione
Lisa Giorè scrive i primi inediti intorno al 2010, ma il progetto legato a questi si arena più volte fino ad essere abbandonato. Nel 2014, decisa a riprendere in mano i brani rimasti incompiuti, ricomincia la ricerca di musicisti disposti a collaborare, nasce così La Fabbrica di Polvere, la band con cui il progetto di inediti riuscirà finalmente a diventare concreto.
Dal 2016 in poi decide di presentarsi come solista utilizzando lo pseudonimo Lisa Giorè, pur continuando a collaborare in studio e nei live con la band: nel settembre 2016 pubblica l’album autoprodotto “le vie dell’insonnia”, contenente dieci brani inediti.
Nell’aprile 2019 firma con la Interbeat Records, con la quale pubblicherà il secondo album. Questo lavoro è anticipato dal singolo "Sull’orlo del suicidio (come al solito)", un brano dicotomico costruito sul contrasto tra l’andamento allegro e ritmato della parte musicale e il tema del malessere psicologico, arrangiato dall’amico polistrumentista Mattia Mattei.
La nostra intervista con Lisa Giorè andrà in onda:
Martedì 12 novembre alle 16:35 e venerdì 15 novembre alle 10:10.
Zucchero: cerco di rinnovarmi restando me stesso

Arriva il nuovo album "D.O.C", presentato alla stampa a Milano
(Milano, 7 novembre 2019) - Nella singolare cornice di "Spirit de Milan", un luogo originale dove ascoltare musica, mangiare e bere situato fuori dal centro del capoluogo lombardo, si è tenuta oggi la conferenza stampa di Zucchero "Sugar" Fornaciari per presentare "D.O.C.", il suo quattordicesimo album di inediti.
I giornalisti presenti hanno potuto ascoltare in anteprima le 14 canzoni contenute nel disco (11 brani + 3 versioni in inglese) e, successivamente, intrattenersi con l'artista che, come sempre, ha risposto in maniera schietta alle domande che gli sono state rivolte.
Inizia sfiorando un tema che potrebbe rivelarsi spinoso:"Questi tempi sono sospesi e sospettosi. Non c'è trasparenza, c'è molta apparenza e poca sostanza. Sono un po' preoccupato di questi tempi. E' una pentola in ebollizione, che spero non scoppi mai. Bisogna stare attenti. Fortunatamente abbiamo dei politici non carismatici". Poi, condotto anche dal responsabile della comunicazione, riesce a glissare.
Di "D.O.C", Zucchero dice: ""Musicalmente, quando ho cominciato a scrivere, ho pensato a come non fare un album con suoni diversi dal precedente. C'è stata una grande ricerca di sonorità. Ho messo in piedi una squadra di persone giovani e veloci e con loro sono arrivato ad un'elettronica calda, cercando di rinnovarmi restando me stesso, che è la cosa più difficile". E ancora: "Sono molto geloso di questo album perché ho toccato delle cose molto intime. Ero quasi geloso che uscisse, come se fosse un segreto che volevo tenere per me...".
Sul titolo dell'album: "D.O.C è venuto l'ultimo giorno, prima di andare in stampa. Giravo per la mia fattoria e parlavo con i contadini di fare dei prodotti di origine controllata. D.O.C è venuto così. Poi ho visto che significa anche disturbo ossessivo compulsivo, ma va bene lo stesso perché mi rappresenta".
Parlando di Dio, Zucchero si dichiara ateo incallito, ma con beneficio d'inventario: "Spero sempre in una luce in fondo al tunnel. Chiamala pure fede. Non è la prima volta che parlo anche di fede. La canzone Così Celeste, che molti pensano stia parlando della mia donna, invece sto parlando della fede". E poi racconta anche di suo padre, altrettanto ateo, che sul finire della sua vita invitò a pranzo il prete e si fece il segno della croce.
Il brano "Badamoon" parla dell'Italia, definendola un disastro. "Noi lo chiamiamo giustamente Bel Paese, perché è un Bel Paese. O forse lo è stato. Lo hanno fatto quelli prima di noi: la cultura, l'arte, le radici, gli usi e i costumi. Ultimamente di Bel paese c'è rimasto quello che hanno fatto altri", dichiara caustico.
Sull'intolleranza: "Mi fa soffrire vedere ancora questi insulti a un calciatore di colore. Non ho mai avuto questi atteggiamenti discriminatori: ho sempre avuto musicisti di colore nella mia band, anche adesso. Questa roba per me è impensabile e ingiustificabile.Per me è assurdo avere queste reminescenze naziste e fasciste. E' una storia che dovrebbe essere sepolta e bruciata, invece ritorna ancora".
Quando gli viene chiesto cosa significhi per lui convogliare messaggi, afferma che questi, purtroppo, servono a poco: "Guarda Bono, guarda Geldof, guarda il Live 8. Alla fine non è cambiato niente". Per lui: "Quando sono sul palco il mio mestiere è trasmettere delle emozioni e delle vibrazioni. Non mi metto a parlare di politica. L'ho fatto in passato qualche volta, ma ho la sensazione che certi messaggi non vengano recepiti in concerti". E racconta anche di quando lo cacciarono dalla Rai per aver invitato ad usare il preservativo.
Zucchero rivendica ancora le sue radici: "Sono malato delle mie radici, le ho messe anche nella mia copertina (c'è il campo di sorgo, un mais povero). Più vado avanti e più sono profonde. Mi piace ogni tanto usare delle parole in dialetto.Quando sono in giro per il mondo penso alla mia infanzia e sono felice. Anche il povero Pavarotti, che era grande universalmente, parlava con me in dialetto".
Sull'ambiente e il clima: "Meno male che c'è Greta, almeno si muove qualcosa. Da lungo tempi i ragazzi non andavano più in piazza. Non so chi c'è dietro e non voglio saperlo per adesso, ma perlomeno con Greta si smuove qualcosa".
I giornalisti presenti hanno potuto ascoltare in anteprima le 14 canzoni contenute nel disco (11 brani + 3 versioni in inglese) e, successivamente, intrattenersi con l'artista che, come sempre, ha risposto in maniera schietta alle domande che gli sono state rivolte.
Inizia sfiorando un tema che potrebbe rivelarsi spinoso:"Questi tempi sono sospesi e sospettosi. Non c'è trasparenza, c'è molta apparenza e poca sostanza. Sono un po' preoccupato di questi tempi. E' una pentola in ebollizione, che spero non scoppi mai. Bisogna stare attenti. Fortunatamente abbiamo dei politici non carismatici". Poi, condotto anche dal responsabile della comunicazione, riesce a glissare.
Di "D.O.C", Zucchero dice: ""Musicalmente, quando ho cominciato a scrivere, ho pensato a come non fare un album con suoni diversi dal precedente. C'è stata una grande ricerca di sonorità. Ho messo in piedi una squadra di persone giovani e veloci e con loro sono arrivato ad un'elettronica calda, cercando di rinnovarmi restando me stesso, che è la cosa più difficile". E ancora: "Sono molto geloso di questo album perché ho toccato delle cose molto intime. Ero quasi geloso che uscisse, come se fosse un segreto che volevo tenere per me...".
Sul titolo dell'album: "D.O.C è venuto l'ultimo giorno, prima di andare in stampa. Giravo per la mia fattoria e parlavo con i contadini di fare dei prodotti di origine controllata. D.O.C è venuto così. Poi ho visto che significa anche disturbo ossessivo compulsivo, ma va bene lo stesso perché mi rappresenta".
Parlando di Dio, Zucchero si dichiara ateo incallito, ma con beneficio d'inventario: "Spero sempre in una luce in fondo al tunnel. Chiamala pure fede. Non è la prima volta che parlo anche di fede. La canzone Così Celeste, che molti pensano stia parlando della mia donna, invece sto parlando della fede". E poi racconta anche di suo padre, altrettanto ateo, che sul finire della sua vita invitò a pranzo il prete e si fece il segno della croce.
Il brano "Badamoon" parla dell'Italia, definendola un disastro. "Noi lo chiamiamo giustamente Bel Paese, perché è un Bel Paese. O forse lo è stato. Lo hanno fatto quelli prima di noi: la cultura, l'arte, le radici, gli usi e i costumi. Ultimamente di Bel paese c'è rimasto quello che hanno fatto altri", dichiara caustico.
Sull'intolleranza: "Mi fa soffrire vedere ancora questi insulti a un calciatore di colore. Non ho mai avuto questi atteggiamenti discriminatori: ho sempre avuto musicisti di colore nella mia band, anche adesso. Questa roba per me è impensabile e ingiustificabile.Per me è assurdo avere queste reminescenze naziste e fasciste. E' una storia che dovrebbe essere sepolta e bruciata, invece ritorna ancora".
Quando gli viene chiesto cosa significhi per lui convogliare messaggi, afferma che questi, purtroppo, servono a poco: "Guarda Bono, guarda Geldof, guarda il Live 8. Alla fine non è cambiato niente". Per lui: "Quando sono sul palco il mio mestiere è trasmettere delle emozioni e delle vibrazioni. Non mi metto a parlare di politica. L'ho fatto in passato qualche volta, ma ho la sensazione che certi messaggi non vengano recepiti in concerti". E racconta anche di quando lo cacciarono dalla Rai per aver invitato ad usare il preservativo.
Zucchero rivendica ancora le sue radici: "Sono malato delle mie radici, le ho messe anche nella mia copertina (c'è il campo di sorgo, un mais povero). Più vado avanti e più sono profonde. Mi piace ogni tanto usare delle parole in dialetto.Quando sono in giro per il mondo penso alla mia infanzia e sono felice. Anche il povero Pavarotti, che era grande universalmente, parlava con me in dialetto".
Sull'ambiente e il clima: "Meno male che c'è Greta, almeno si muove qualcosa. Da lungo tempi i ragazzi non andavano più in piazza. Non so chi c'è dietro e non voglio saperlo per adesso, ma perlomeno con Greta si smuove qualcosa".
Su Frida Sundemo, che canta con lui in "Cose che già sai": "Mi ha chiamato Corrado Rustici. Sono rimasto colpito dal modo di scrivere melodico, fresco e nuovo. Melodie mai scontate. In più, una voce da usignolo: nel pezzo è parte della mia voce. Non ho voluto fare controcanti: la cantiamo all'unisono dall'inizio alla fine perché è parte della mia voce. Per quel tipo di canzone, è emozionante quella fusione delle voci".
Semplice, diretto, privo di fronzoli: questo è Zucchero e forse lo amiamo proprio per questo. Il disco è molto intrigante, ha dei suoni nuovi, colpisce al primo ascolto.

L’album "D.O.C" esce l'8 novembre 2019 in 3 versioni: CD, Doppio Vinile e in una versione Doppio Vinile speciale color arancio (edizione limitata in esclusiva per Amazon).
Prodotto da Don Was e Zucchero con Max Marcolini, “D.O.C.” è stato “concepito” dall’artista a Pontremoli nella sua Lunisiana Soul e registrato tra Los Angeles e San Francisco. Autore di quasi tutti i brani, Zucchero per la scrittura di alcune tracce dell’album ha collaborato con Francesco De Greg (in “Tempo al Tempo”), Davide Van De Sfroos (in “Testa o Croce”), Pasquale Panella e Daniel Vuletic (in “La canzone che se ne va”), Rory Graham (noto come Rag’n’Bone Man), Steve Robson e Martin Brammer (in “Freedom”), F. Anthony White (noto come Eg White) e Mo Jamil Adeniran (in “Vittime del Cool”) e l’artista scandinava Frida Sundemo (in “Cose che già sai”).
Questa la tracklist di “D.O.C.”: “Spirito nel buio”, “Soul Mama”, “Cose che già sai” feat. Frida Sundemo, “Testa o croce”, “Freedom”, “Vittime del Cool”, “Sarebbe questo il mondo”, “La canzone che se ne va, “Badaboom (Bel Paese)”, “Tempo al tempo”, “Nella tempesta”, “My Freedom” (bonus track), “Someday” (bonus track) e “Don’t let it be gone” feat. Frida Sundemo (bonus track).
Da aprile 2020 “D.O.C.” verrà presentato live in tutto il mondo partendo dall’Australia per arrivare nel nostro Paese il prossimo settembre all’Arena di Verona, luogo definito da Zucchero come «uno dei più bei posti al mondo per fare musica», per le uniche date italiane del tour mondiale.
Si aggiungono, inoltre, 2 nuove date nella splendida cornice dell’anfiteatro veronese, il 24 settembre e l’1 ottobre (biglietti disponibili in prevendita dalle ore 16.00 di oggi sul sito di TicketOne e dalle ore 11.00 di giovedì 14 novembre nei punti vendita abituali).
Prodotto da Don Was e Zucchero con Max Marcolini, “D.O.C.” è stato “concepito” dall’artista a Pontremoli nella sua Lunisiana Soul e registrato tra Los Angeles e San Francisco. Autore di quasi tutti i brani, Zucchero per la scrittura di alcune tracce dell’album ha collaborato con Francesco De Greg (in “Tempo al Tempo”), Davide Van De Sfroos (in “Testa o Croce”), Pasquale Panella e Daniel Vuletic (in “La canzone che se ne va”), Rory Graham (noto come Rag’n’Bone Man), Steve Robson e Martin Brammer (in “Freedom”), F. Anthony White (noto come Eg White) e Mo Jamil Adeniran (in “Vittime del Cool”) e l’artista scandinava Frida Sundemo (in “Cose che già sai”).
Questa la tracklist di “D.O.C.”: “Spirito nel buio”, “Soul Mama”, “Cose che già sai” feat. Frida Sundemo, “Testa o croce”, “Freedom”, “Vittime del Cool”, “Sarebbe questo il mondo”, “La canzone che se ne va, “Badaboom (Bel Paese)”, “Tempo al tempo”, “Nella tempesta”, “My Freedom” (bonus track), “Someday” (bonus track) e “Don’t let it be gone” feat. Frida Sundemo (bonus track).
Da aprile 2020 “D.O.C.” verrà presentato live in tutto il mondo partendo dall’Australia per arrivare nel nostro Paese il prossimo settembre all’Arena di Verona, luogo definito da Zucchero come «uno dei più bei posti al mondo per fare musica», per le uniche date italiane del tour mondiale.
Si aggiungono, inoltre, 2 nuove date nella splendida cornice dell’anfiteatro veronese, il 24 settembre e l’1 ottobre (biglietti disponibili in prevendita dalle ore 16.00 di oggi sul sito di TicketOne e dalle ore 11.00 di giovedì 14 novembre nei punti vendita abituali).
(dal nostro inviato g.m.)