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Fincantieri Marghera: Fim e Uilm siglano l'accordo sulla flessibilità dopo 14 ore ininterrotte di trattativa

La Fiom abbandona il tavolo nel momento più complicato della trattativa, all'alba l'Azienda cede alle richieste della Rsu

Ancora una volta è stata la "Sala Polena" della palazzina direzionale di Fincantieri Marghera a fare da scenografia alla trattativa tra i delegati rappresentati dei lavoratori ed il Managment dell' ex "Breda".
Alle ore 16 di ieri, lunedì 13 Gennaio, si ritrovavano Sindacato ed Azienda gli uni di fronte agli altri, per trovare una soluzione alla necessità di dare continuità occupazionale per tutti i dipendenti del Cantiere, nessuno escluso. Semplice da dirsi, molto meno da farsi.
Da una parte l'Azienda con la necessità di proseguire nell'applicazione della flessibilità, che fa diventare il sabato una giornata lavorativa normale per le maestranze impegnate al taglio delle lamiere dei giganti del mare, dall'altra una Rsu per nulla compatta nel trovare un compromesso congiunto. Una condizione per nulla ottimale per raggiungere una intesa compiuta tra le parti, seppure la Rsu era già malamente capitolata lo scorso 2 Agosto, dopo oltre 50 ore di sciopero e la perdita di circa 700€ pro capite di "premio di risultato", per le medesime questioni.
Settimane su settimane di incontri, sempre rimandati più in là, sono stati il terreno fertile dentro il quale la componente della Uilm della Rsu ha cercato di trovare nuovi spazi di trattativa per stanare l'Azienda, mostratasi sempre fin troppo ferma nelle proprie intenzioni di proseguire con il famigerato "6x6" (40 ore settimanali spalmate su 6 giorni invece che su 5) ad ogni costo, incluso quello di fermare la produzione.
 

Fincantieri Marghera: nello Stabilimento c'è una calma "ad orologeria"

Per prolungare la flessibilità d'orario l'Azienda è disponibile (quasi) a tutto, la Rsu (quasi) a nulla

La nostra redazione lo aveva ampiamente pronosticato lo scorso 20 Dicembre quando, nell'ultimo articolo che vi dava conto di ciò che sta accadendo presso il più grande Stabilimento metalmeccanico della Provincia, s'intravvedeva aria di tempesta già dai primi giorni del 2014. E così è.
Il contenzioso tra Sindacato e Azienda rimane l'accordo sulla flessibilità di orario che prevede la spalmatura delle 40 ore contrattuali settimanali su sei giorni lavorativi (6 per 6), invece che su cinque, per gli 80 lavoratori dello Stabilimento impegnati alle macchine di taglio delle lamiere dello scafo dei giganti del mare.
Un'innovazione contrattuale fortemente voluta dall'Azienda, e condivisa da tutti e 12 i delegati membri della RSU di Fim, Fiom e Uilm lo scorso 2 Agosto, con l'impegno delle parti di verificarne costantemente la bontà in termini di efficienza produttiva che l'accordo si proponeva. Già dal successivo mese di Ottobre i rendimenti delle maestranze, registrati nei tabulati dell'Azienda, apparivano talmente soddisfacenti al punto da ipotizzarne l'estensione anche per la costruzione delle successive navi. Il futuro per l'ex "Breda" gravita attorno l'assegnazione di una nuova commessa (Società Armatrice Holland America Line di proprietà di Carnival) che potrebbe offrire stabilità occupazionale fino al 2015. In assenza di questa, le tute blu delle officine di scafo vedranno transitare l'ultima lamiera da tagliare il prossimo 20 Gennaio. Ma da quell'Ottobre allo scorso 19 Dicembre, data dall'ultimo incontro tra i manager di Stabilimento ed i rappresentanti dei lavoratori, si sono susseguiti rimandi su rimandi senza trovare nessuna convergenza concreta per una estensione condivisa del famigerato "6 per 6".
Nemmeno l'ultimo posticipo alla discussione, avvenuta nel pomeriggio di ieri presso la "sala Polena" della palazzina direzionale dello Stabilimento, ha sortito grandi effetti, sebbene Fincantieri abbia accettato tutte le condizioni poste da una parte della Rsu capitanata dalla componente della Uilm: recupero della parte mancante sul "premio di risultato" del 2013 (500€ pro capite), un programma meritocratico certo ed il giusto riconoscimento economico per quei lavoratori che sono obbligati al lavoro del sabato nel turno "6 per 6".
L'elemento di novità rispetto i precedenti incontri è la disponibilità dell'Azienda nel reinvestire sulle buste paga dei lavoratori gli utili derivati dall'applicazione della flessibilità, benefici che avranno ricadute economiche, e di inquadramento, importanti sull'intero Stabilimento, con un occhio di doveroso riguardo a chi si sta sacrificando nel "6 per 6".
 

Fincantieri Marghera: Azienda e Sindacato di nuovo ai ferri corti sul "6 per 6"

A Gennaio si ripresenta lo spettro della cassa integrazione e non c'è ancora accordo tra le parti

Le nubi che si vedevano addensarsi all'orizzonte lo scorso Ottobre sullo Stabilimento di Fincantieri di Marghera ora stanno definitivamente oscurando ogni prospettiva di stabilità per la continuità occupazionale delle tute blu impiegate nella costruzione dello scafo dei giganti del mare.
Oggetto del contenzioso tra Sindacato e Azienda rimane l'accordo sulla flessibilità di orario che prevede la spalmatura delle 40 ore contrattuali su sei giorni lavorativi invece che su cinque. In effetti un accordo tra le parti era già stato raggiunto lo scorso 2 Agosto e ne prevedeva una applicazione circoscritta alla costruzione dello scafo della nuova commessa "Viking Star". Un'autentica boccata di ossigeno per il Cantiere che mercoledì scorso ha celebrato la cerimonia di impostazione del primo blocco della nave. L'impegno delle parti era di verificarne costantemente la bontà dell'accordo in termini di efficienza produttiva che questa nuova turnazione avrebbe apportato alle casse dello Stabilimento e nel successivo mese di Ottobre i rendimenti delle maestranze registrati dall'Azienda apparivano talmente soddisfacenti al punto di voler abbozzare con la RSU di Fim, Fiom e Uilm un allungamento della flessibilità di orario anche per la costruzione dello scafo della successiva commessa (Armatore "Holland America Line") e che avrebbe offerto stabilità occupazionale fino il 2015. Ed è a questo punto che la RSU, mostratasi compatta fin quel momento, palesava i primi preoccupanti scricchiolii.
 

Fincantieri Marghera: firmato l'accordo, ora c'è il referendum

Fim Fiom Uilm dicono si alla flessibilità, no alla cassa integrazione

Venerdi 2 Agosto alle 22 dopo cinque ore di trattativa in sede di Confindustria, la Rsu di Stabilimento coi rispettivi segretari provinciali di Fim-Fiom-Uilm ed il managment di Fincantieri hanno siglato l'accordo sulla "flessibilità di orario" che prevede 128 ore di flessibilità annue in modalità di "orario plurisettimanale" e la "ripartizione dell'orario settimanale su 6 giorni" per 75 operai e 15 capi-prodotto fino al 20 Dicembre 2013. Il personale in turno sui sei giorni potrà svolgere la propria attività lavorativa per 6 ore e 10 minuti al giorno, dal lunedi al sabato, ferme restando le 37 ore settimanali di lavoro con pausa mensa di mezz'ora retribuita a fine turno, che potrà essere fruita anche uscendo dallo Stabilimento ricevendo un "cestino" sostitutivo del pasto oppure un buono del valore equivalente.

Fincantieri Marghera: dalla protesta alla proposta

L'Azienda convoca la Rsu per aprire al confronto sulla flessibilità di orario

Dopo quasi 20 ore di sciopero i delegati rappresentanti Fim-Fiom-Uilm dei lavoratori dello Stabilimento Fincantieri di Marghera, riconosciuti ufficialmente nel mandato solo dallo scorso 17 Giugno, chiedono ed ottengono la disponibilità dell'Azienda nel confrontarsi, nel merito, sull'orario di lavoro flessibile. Sindacato ed Azienda si ritroveranno Venerdì 28 prossimo l'uno di fronte all'altra per condividere, da una parte la consapevolezza che la flessibilità in regime di "orario plurisettimanale" è esigibile da parte della Fincantieri verso il Sindacato, viceversa far digerire il famigerato "6 per 6" (sei ore di lavoro incluso il sabato con pausa pranzo spostata a fine turno ed integrazione della 4° timbratura) a costo "zero" ad una Rsu neonata e marcatamente sbilanciata a sinistra tra gli operai e votata esclusivamente alla "lotta ad oltranza".

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