Inviato da radio41 il Mer, 7 Febbraio 2018
SANREMO - Qualche pregiudizio potevamo averlo al pensiero che Claudio Baglioni avrebbe condotto il Festival di Sanremo 2018. Un cantautore alle prese con un palco così difficile poteva rivelarsi un boomerang capace di far rovinare lo spettacolo. Invece ci siamo sbagliati: il buon Baglioni ha saputo cogliere tutti gli ingredienti utili a non fallire la ricetta. Ed il primo è indubbiamente Michelle Hunziker, capace di reggere da sola l’intera serata. Una garanzia, il punto di raccordo perfetto a dare la giusta linea allo spettacolo: grintosa, spiritosa e sicura: la vincitrice morale di questo avvio.
Anche Pierfrancesco Favino non si trova a disagio nel suo ruolo, alternando il ruolo di comico, attore, cantante e bravo valletto. Forse l’unico un po’ ingessato e a tratti retorico è proprio Baglioni, ma comunque molto meno di quanto il discorso iniziale, troppo serio per un Festival, potesse far temere.
Che dire poi di Fiorello? Si riconferma, nonostante la lunga latitanza dalla televisione, il mattatore migliore che lo spettacolo italiano possa esprimere. Assolutamente perfetto.
La serata ha visto l’assenza di Laura Pausini, costretta a casa da una laringite che si spera sparisca entro la finale: Baglioni e Fiorello, che condividono con lei la data di nascita, le hanno dedicato “E tu”.
Ospite italiano l’immarcescibile Gianni Morandi, che propone “E’ una vita che ti aspetto” assieme a Tommaso Paradiso.
Veniamo alle canzoni: tutti i 20 Campioni si sono esibiti con i loro pezzi e di seguito diamo il nostro parere:
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Annalisa (“Il mondo prima di te”): conferma la sua bellissima voce, intonatissima. Buona;
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Ron (“Almeno pensami”): canzone di Lucio Dalla, resa benissimo dall’amico;
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The Kolors (“Frida (Mai, mai mai)”): pezzo destinato ad un ottimo airplay radiofonico;
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Max Gazzé (“La leggenda di Cristalda e Pizzomunno”): piccolo capolavoro di Max, una bellissima favola orchestrata benissimo;
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Vanoni-Bungaro-Pacifico (“Imparare ad amare”): bellissima canzone, i due autori sono una garanzia. La voce della Vanoni incanta ancora;
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Ermal Meta/ Fabrizio Moro (“Non mi avete fatto niente”): che dire? Funzionano benissimo, si confermano i potenziali vincitori;
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Mario Biondi (“Rivederti”): ottima performance, la canzone regge;
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Roby Facchinetti / Riccardo Fogli (“Il segreto del tempo”): l’esibizione non è perfetta. Incespicano in diversi momenti. Non lasciano il segno;
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Lo Stato Sociale (“Una vita in vacanza”): se si cerca l’effetto Gabbani, lo possono fare loro. D’accordo, l’idea della vecchietta ballerina è dei Coldplay o anche qualcuno prima, ma la canzone ha un inciso che rimane in testa. Ottimi;
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Noemi (“Non smettere mai di cercarmi”): brava è brava, ma ormai ripete le stesse cose senza dare nulla di nuovo. Anche stavolta non sarà sul podio;
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Decibel (“Lettera dal Duca”): pezzo onesto per un gruppo che ha ancora da dire, ora che si è ritrovato;
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Elio e le Storie Tese (“Arrivedorci”): ci hanno stupito sempre, ogni volta che hanno calcato il palco dell’Ariston. Stavolta no, probabilmente volutamente. Una canzone dimessa, senza originalità;
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Giovanni Caccamo (“Eterno”): qualcosa non funziona benissimo nell’esibizione. Il brano è discreto.;
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Red Canzian (“Ognuno ha il suo racconto”): bello rivederlo ancora in veste rock, quello che era prima della sua lunga avventura nei Pooh. Bravo;
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Luca Barbarossa (“Passame er sale”): canzone dignitosa, di grande abilità cantautorale;
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Diodato e Roy Paci (“Adesso”): ottima esibizione. Diodato dal vivo è bravissimo e la tromba di Roy nobilita il pezzo in crescendo;
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Nina Zilli (“Senza appartenere”): brava, bella interpretazione;
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Renzo Rubino (“Custodire”): canzone di non facile presa, ma decisamente da riascoltare, perché è tutt'altro che banale;
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Enzo Avitabile / Peppe Servillo (“Il coraggio di ogni giorno”): come si dice? Nel solco della tradizione. Grande arte;
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Le Vibrazioni (“Così sbagliato”): bentornati, le radio la trasmetteranno molto.
Non ci siamo sbilanciati molto nei giudizi che, tendenzialmente, sono tutti positivi. Però non troviamo il capolavoro. Ci sono delle ottime cose, in primis Vanoni-Bungaro-Pacifico e Lo Stato Sociale.
E' notte fonda, mentre scriviamo queste righe. Siamo appena agli inizi e già il sonno arretrato si accumula.