Inviato da radio41 il Lun, 18 Novembre 2013
3.500 km nel mondo di fuori per incontrare gli internati
Era il 25 Febbraio del 1973 quando, dal manicomio San Giovanni di Trieste, esce un cavallo azzurro di cartapesta alto 4 metri. Lo hanno costruito medici, ricoverati, infermieri insieme allo scrittore Giuliano Scabia.
Si chiama Marco Cavallo e comincia il suo viaggio nel mondo di fuori custodendo nel suo ventre azzurro i desideri di quanti lo incrociano. Poesie, testi teatrali, musiche e colori pregni di gioia di vita contrapposta al grigiore degli ambienti dei manicomi.
"E' difficile dire cosa sia Marco Cavallo.Una cosa è certa: per i "matti" e per tutti noi ha avuto una profonda importanza. Un momento che segnò un inizio; un progetto di vita che non aveva più niente in comune con la soffocante quotidianità del manicomio. Quando il cavallo azzurro lasciò il ghetto, centinaia di ricoverati lo seguirono. Gli internati dell'ospedale invasero le strade della città portando con se la speranza di poter stare insieme agli altri in un aperto scambio sociale, in rapporti liberi tra persone libere" (Marco Basaglia padre della legge che portò alla chiusura dei manicomi).
Marco Cavallo torna in viaggio per accompagnare la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (OPG) con l'apertura 247 di Centri di Salute Mentale in grado di prendersi carico delle persone rinchiuse causa una condizione di disagio mentale, e di trovare per loro reali percorsi alternativi, dalla formazione al lavoro all'inclusione sociale. Da Trieste a Milano, passando per Secondigliano, Aversa, Napoli e Roma, 3500 Km di viaggio attraverso 10 regioni del nostro Paese.
soundtrack: "Ti regalerò una rosa" / S. Cristicchi 2007
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