Inviato da radio41 il Mar, 1 Febbraio 2022
Inizia la kermesse: uno show con buon ritmo e brani interessanti. In testa Mahmood e Blanco
E Festival sia! Parte il 72° Festival della Canzone Italiana, il terzo dell’era Amadeus. Il Festival che punta a riconquistare una normalità che da due anni sembra un miraggio. E qualcosa è sicuramente accaduto: dopo il vuoto dell’anno scorso, che purtroppo si avvertiva nettamente, finalmente il pubblico è tornato a riempire le sedie del Teatro Ariston.
All’ingresso Amadeus quasi si commuove nel potersi di nuovo rivolgere ai presenti in sala.
Al suo fianco Ornella Muti, molto emozionata e comunque relegata al ruolo di valletta. Unico suo momento personale è la rievocazione a tarda serata di attori e registi.
Fiorello interviene con uno sketch che riprende i tormentoni degli anni precedenti.
Alle 21:20 hanno già cantato in tre, ma sappiamo che non ci possiamo fare illusioni: a un certo punto qualcosa fermerà il ritmo per decine di minuti precipitandoci verso la notte fonda.
Infatti, si parte con Fiorello, che interviene con uno sketch che riprende i tormentoni degli anni precedenti. E poi la partecipazione degli attesissimi Måneskin, che Amadeus va a prendere in golf cart uscendo dall’Ariston. Due i loro spazi: prima con "Zitti e buoni", il brano vincitore l'anno scorso che li ha lanciati al successo mondiale e più tardi con l'intensa "Coraline".
Intervengono anche Matteo Berrettini, Claudio Gioè, Nino Frassica, Raoul Bova. Dalla nave Costa Toscana al largo di Sanremo, presenti Fabio Rovazzi e Orietta Berti, Colapesce e Dimartino ripropongono la loro "Musica leggerissima".
Nel corso della serata si esibiscono i primi 12 artisti, alcuni dei quali si divertono a citare il FantaSanremo che impazza sul web:
Achille Lauro (“Domenica”) - Brano estremamente orecchiabile, impreziosito dall’Harlem Gospel Choir. Esibizione tutta a torso nudo, forse la prima nella storia del Festival. Rimane subito in testa.
Yuman (“Ora e qui”) - Bella voce, canzone molto classica che riporta a lontane edizioni del Festival.
Noemi (“Ti amo non lo so dire”) - Brava, anche se ad un primissimo ascolto, la canzone dell’anno scorso era decisamente migliore.
Gianni Morandi (“Apri tutte le porte”) - Con una canzone di Jovanotti, dopo ventidue anni, torna in gara. Dieci anni dopo aver condotto la kermesse. Che dire di un’icona della canzone italiana? Un pezzo scanzonatissimo, da pieni anni ‘60. Così fuori dal tempo da essere perfetta.
La Rappresentante di Lista (“Ciao ciao”) - Siamo alla dance che strizza l’occhio ai 70-80. Canzone da ballare, decisamente diversa da quella dell’anno scorso. Molto riuscita.
Michele Bravi (“Inverno dei fiori”) - Canzone d’autore, di certo non subito digeribile, ma che sarà valorizzata da ulteriori ascolti.
Massimo Ranieri (“Lettera al di là dal mare”) - Grande classe, testo molto poetico. Ennesima conferma per un grande artista. Peccato per la voce non al top per questa esibizione.
Mahmood & Blanco (“Brividi”) - La melodia che non ti aspetti. Di certo non da due artisti così. Una canzone che ipoteca la vittoria.
Ana Mena (“Duecentomila ore”) - Pezzo sinceramente trascurabile.
Rkomi (“Insuperabile”) - Andrà forte nelle radio, orientata al pubblico più giovane. Buon ritmo che prende subito.
Dargen D'Amico (“Dove si balla”) - Leggera e orecchiabile, non lascia subito il segno. Eppure è l'unico pezzo che sfiora il tema della pandemia. Utile per farlo conoscere a un maggior numero di persone.
Giusy Ferreri (“Miele”) - Lei è una regina dell'estate, ma non riesce ad esserlo all'Ariston. La canzone è piuttosto fiacca e, complice l'orario, passa piuttosto inosservata. Magari un orario migliore potrebbe valorizzarla meglio.
I Meduza, gruppo italianissimo che ha conquistato un successo internazionale, fanno ballare l'Ariston con un medley dei loro successi. Momento toccante l'omaggio al grande Franco Battiato.
La classifica di fine serata dall'ultimo al primo posto (così come annunciata) secondo la sala stampa: Ana Mena, Yuman, Giusy Ferreri, Achille Lauro, Rkomi, Michele Bravi, Noemi, Massimo Ranieri, Gianni Morandi, Dargen D'Amico, La Rappresentante di Lista, Mahmood e Blanco.
Serata molto lunga che non prescinde dal classico vizio sanremese di allungare il brodo all'inverosimile. Come ogni anno, ripeteremo a maggio lo stesso mantra: perchè l'Eurovision riesce a fare tutto in un soffio, paragonato al nostro Festival?
(gm)