Inviato da radio41 il Lun, 24 Gennaio 2022
Conferenza stampa per presentare “Tuo padre, mia madre, Lucia”
Lo scorso sabato 22, Giovanni Truppi ha tenuto una conferenza stampa per parlare della sua partecipazione al 72° Festival di Sanremo con il brano “Tuo padre, mia madre, Lucia”, canzone scritta con la collaborazione di Gino Pacifico e Niccolò Contessa.
Il cantautore ha confessato di aver sentito l'esigenza di confrontarsi con altri autori e il brano nasce proprio da questa scelta. “Tuo padre, mia madre, Lucia” racconta del momento di passaggio tra innamoramento e inizio di un rapporto, quando i rischi aumentano e ci si deve percepire il mondo esterno in coppia. Il pezzo è nato "mentre passeggiavo per Bologna e poi ci ho lavorato molto. Ho fatto delle sessioni separate con Gino e Nicolò" .
Truppi porterà inoltre sul palco dell'Ariston, nella serata di venerdì 4 febbraio dedicata alle cover il brano “Nella mia ora di libertà” di Fabrizio De André, eseguita insieme a Vinicio Capossela. "Capossela è uno degli artisti che più sono stati un riferimento per me. Mi spaventa anche portare un pezzo così importante sul palco".
L'utilizzo dell'orchestra "mi viene molto naturale e la vivo come una bellissima esperienza".
Sul fatto di essere un outsider al Festival, il cantautore dice: "Vivo con abbastanza tormento interiore il momento prima di un'esibizione, ma fa parte del mio lavoro, cerco di non pensarci più di tanto per non sentirmi sotto pressione".
Ti ha cercato il Festival o l'hai cercato tu? "L'ho cercato io perché la casa discografica mi ha chiesto se avevo una canzone da portare a Sanremo".
Qual è il tuo rapporto con il Festival? "Nella prima infanzia non ne ho avuto, non era seguito a casa. Dalle medie in poi invece l'ho sempre seguito con interesse e divertimento. Spesso l'ho visto con amici, c'era un po' di goliardia. Ho insegnato canto e attraverso quelli che venivano a lezione conoscevo molte canzoni presentate al Festival e molte ho dovutro impararle. La canzone alla quale sono più legato è Perdere l'amore di Ranieri e l'atterraggio dei Quintorigo con Rospo".
Dopo Sanremo uscirà la prima raccolta di Giovanni Truppi, “Tutto l'universo”, un ritratto d'artista attraverso quindici canzoni tra le più rappresentative della carriera del cantautore. "La scelta delle canzoni da inserire non è stata facile. Ho cercato di individuare quelle che mi raccontavano meglio, anche per si chi si avvicina alla mia scrittura per la prima volta. L'ordine non è cronologico".
Tra i colleghi che saranno con te sul palco, con chi trovi una reciprocità artistica interessante? "Sono una grande appassionato della musica di Dargen D'Amico. Mi piace anche il lavoro de La Rappresentante di Lista. Questi sono gli artisti che sento più affini. Recentemente ho ascoltato il disco di Ditonellapiaga e mi è molto piaciuto. Mi piace molto il lavoro di Fabrizio Moro. Lo sento meno affine, ma è un autore che stimo molto".
Il cantautore ha confessato di aver sentito l'esigenza di confrontarsi con altri autori e il brano nasce proprio da questa scelta. “Tuo padre, mia madre, Lucia” racconta del momento di passaggio tra innamoramento e inizio di un rapporto, quando i rischi aumentano e ci si deve percepire il mondo esterno in coppia. Il pezzo è nato "mentre passeggiavo per Bologna e poi ci ho lavorato molto. Ho fatto delle sessioni separate con Gino e Nicolò" .
Truppi porterà inoltre sul palco dell'Ariston, nella serata di venerdì 4 febbraio dedicata alle cover il brano “Nella mia ora di libertà” di Fabrizio De André, eseguita insieme a Vinicio Capossela. "Capossela è uno degli artisti che più sono stati un riferimento per me. Mi spaventa anche portare un pezzo così importante sul palco".
L'utilizzo dell'orchestra "mi viene molto naturale e la vivo come una bellissima esperienza".
Sul fatto di essere un outsider al Festival, il cantautore dice: "Vivo con abbastanza tormento interiore il momento prima di un'esibizione, ma fa parte del mio lavoro, cerco di non pensarci più di tanto per non sentirmi sotto pressione".
Ti ha cercato il Festival o l'hai cercato tu? "L'ho cercato io perché la casa discografica mi ha chiesto se avevo una canzone da portare a Sanremo".
Qual è il tuo rapporto con il Festival? "Nella prima infanzia non ne ho avuto, non era seguito a casa. Dalle medie in poi invece l'ho sempre seguito con interesse e divertimento. Spesso l'ho visto con amici, c'era un po' di goliardia. Ho insegnato canto e attraverso quelli che venivano a lezione conoscevo molte canzoni presentate al Festival e molte ho dovutro impararle. La canzone alla quale sono più legato è Perdere l'amore di Ranieri e l'atterraggio dei Quintorigo con Rospo".
Dopo Sanremo uscirà la prima raccolta di Giovanni Truppi, “Tutto l'universo”, un ritratto d'artista attraverso quindici canzoni tra le più rappresentative della carriera del cantautore. "La scelta delle canzoni da inserire non è stata facile. Ho cercato di individuare quelle che mi raccontavano meglio, anche per si chi si avvicina alla mia scrittura per la prima volta. L'ordine non è cronologico".
Tra i colleghi che saranno con te sul palco, con chi trovi una reciprocità artistica interessante? "Sono una grande appassionato della musica di Dargen D'Amico. Mi piace anche il lavoro de La Rappresentante di Lista. Questi sono gli artisti che sento più affini. Recentemente ho ascoltato il disco di Ditonellapiaga e mi è molto piaciuto. Mi piace molto il lavoro di Fabrizio Moro. Lo sento meno affine, ma è un autore che stimo molto".