IL RICORDO
Decimo anniversario della scomparsa del cantautore di Sassuolo
In un'occasione, era l'89, mi parlò di un "certo Luciano" che gli aveva scritto un paio di canzoni ("Per me è bravo", diceva). L'autore in questione era ovviamente Ligabue, che oggi lo ricorda commosso: "Incontrare Pierangelo voleva dire ogni volta assistere a una incredibile lezione di forza. Forza morale, intellettuale e, nonostante la sua disabilita', forza fisica". Tutto vero.
Domani, saranno dieci anni dalla sua morte. Era il 7 ottobre del 2002. Da allora, di Bertoli, tutto sommato, poche celebrazioni sono state fatte. Ma le poche sono state importanti: l'ultima a chiusura di "Italia loves Emilia", dove i tredici grandi nomi hanno intonato la sua canzone più significativa, la più (forse) autobiografica, "A muso duro". Un grande omaggio a questo emiliano verace, politicamente schieratissimo, mangipreti impenitente e capace di scrivere versi che spesso ferivano come coltelli. Come lui, a guardarsi intorno, non se ne vedono proprio. Per questo, in questi dieci anni, la visione di Pierangelo Bertoli ci sarebbe stata utile. Lui, che con "Italia d'oro" e tante altre canzoni aveva già raccontato dove stavamo andando a parare, di sicuro avrebbe usato la sua voce incazzata per sferzare ancora il potere.
Gianluca Mura
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