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La raccolta differenziata alimenta i "rifiuti"

Se è vero com'é vero che promuovere un progresso sostenibile, diffondendo sempre più una cultura eco-compatibile, è diventato l'unico modo per alimentare l'economia fino ad essere diventata la fonte inesauribile di denaro fresco in costante soccorso ai disastrati bilanci delle Pubbliche Amministrazioni, è giunto il momento d'iniziare seriamente a svilupparla nel reale interesse del singolo Cittadino.

Non ce ne voglia l' "Associazione Comuni Virtuosi", ma la rincorsa al 65% di raccolta differenziata dei rifiuti per entrare a far parte "dei vostri" non può bastare se poi il significato che se ne traduce è:  ai comuni il business, ai cittadini più tasse e meno servizi.

Dalla "differenziata" è ormai consolidato un business (ma i fatturati dei Comuni rispetto le tonnellate di "rifiuti lavorati" venduti alle aziende di riciclo sono poco pubblicizzati) che mai si traduce in una riduzione della tasse derivate ed ancor meno corrisponde ad un riassetto del decoro urbano e dei servizi correlati. Virtuosi o no, molti Comuni hanno imposto una Tia (tariffa igiene ambientale) che ha toccato i 30 punti percentuale di aumento secco, coi cassonetti che rimangono a rendere puzzolenti e disadorni i nostri centri abitati e spesso lasciati stracolmi per l'intero fine settimana.

L'italiano medio ha finalmente imparato a separare correttamente la "tara" dal "peso netto", ma non si comprende perché debba convincersi che, se il risultato della equazione continua ad avere segno algebrico negativo, è a suo vantaggio. Che la differenziata sia un business alimentato dal senso civico dei contribuenti ma che produca dei ricavi succulenti ad esclusivo beneficio dei Comuni, e delle Aziende che vi partecipano in partnership, è una equazione che è ora di correggere.

Se nella raccolta dei rifiuti finora si è "barato" sui benefici economici che ne derivano, è nel trasporto degli stessi che si potrebbe recuperare il maltolto, e non solo.

Immaginare eco-centri veri, aperti al pubblico anche nottetempo, con operatori ecologici pronti nel ricevere i cittadini per verificare il peso e la bontà delle immondizie trasportate fin li, ricambiandoli con crediti da scontare a fine anno sulle tasse, sarebbe il vero stimolo ad una "raccolta differenziata" condivisibile al 100% della popolazione senza troppa fatica.

Ed allora ci chiediamo perché rinunciare nello sperimentare una nuova filosofia sulla raccolta differenziata che porterebbe vantaggi finalmente a beneficio di tutti.

Con pochi centesimi al chilo, per le immondizie raccolte e trasportate correttamente a destinazione, si ritornerebbe al cittadino, dopo cotanto impegno, ciò che gli spetta e, così facendo, si potrebbe rinunciare alla presenza nelle città dei cassonetti per la raccolta dei rifiuti.

Non è poca roba se pensiamo ai milioni di euro ed alle migliaia di metri quadrati di suolo pubblico sottratti sistematicamente ai cittadini per via dei cassonetti, dei mezzi per il trasporto e igienizzazione degli stessi ed ai capannoni/uffici necessari per il mantenimento di quello che rimane un discutibilissimo servizio offerto alla collettività.

radio41.it promuove: Via i cassonetti dai centri abitati, via i "rifiuti" dalla raccolta differenziata vera!
 

Tags: 
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