Un dilemma leggero che si ripete ogni anno, con l'arrivo del caldo e delle spiagge gremite di corpi al sole: quale sarà il tormentone estivo? Ce lo stiamo chiedendo anche noi di Radio41.it, in questi giorni che, complici probabilmente le temperature alte, invitano ai pensieri oziosi. Molti sono i singoli usciti in questo periodo, che anche noi abbiamo debitamente in rotazione. Ma, come ogni volta, il tormentone deve avere delle caratteristiche ben definite: deve essere un pezzo assolutamente disimpegnato, deve essere orecchiabile e, soprattutto, deve essere ballabile. Insomma, deve far battere il piedino sulla sabbia se lo si sente provenire da un bar vicino, mentre si è stesi sull'asciugamano. Oppure lo si deve canticchiare la sera, prima di iniziare a combattere con le immancabili zanzare. E, cosa non da poco, il tormentone estivo deve essere facile facile e dimenticabile al termine della stagione. In questi giorni, tutti convergono su di una rosa ristretta di nomi: si va dalla "Balada boa" del brasiliano Gusttavo Lima al nuovo di Alexandra Stan, "Lemonade". Dai Simple Plan con "Summer Paradise" ai Train di "Drive by". Fino a passare per Jennifer Lopez con "Dance again" (vecchiotta ma esplosa in queste ultime settimane), "Mama lover" dei Serebro e "Celebrate", ultimo singolo di Mika. Non dimenticandoci, naturalmente, di "Endless summer" di Oceana, canzone ufficiale degli europei. Con il dubbio, però, che gli italiani la dimentichino rapidamente, visto l'esito della finale contro la Spagna.
E i brani italiani? Di sicuro, se la giocano I Moderni con "L'estate si balla" contro il folgorante pezzo di Checco Zalone, "La cacada". La domanda, però, rimane: quale sarà il giusto tormentone 2012? Per il momento (ma siamo pronti a ricrederci) puntiamo su Gusttavo Lima: ballabile, orecchiabile e scema abbastanza da tener banco per buona parte di quest'estate 2012. I conti li faremo tra poche settimane: è tra Luglio e Agosto che il tormentone arriva al massimo della sua popolarità, diventando talmente ossessivo e ripetuto da essere, a quel punto, riconoscibilissimo. A meno di non mettere le cuffiette sparandosi la musica preferita, alla faccia di questo solito rito da tintarella.
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